E' facile ritrovarsi a pensare "non mi sono mai sentito così solo"... Questo dimostra che la natura della solitudine è, per così dire, cumulativa: non si va avanti abituandosi ma piuttosto soffrendone sempre di più.
Quanto a me non soffro la solitudine, anzi la amo più di quanto possa amare un'ipotetica moglie. Il nostro rapporto va a gonfie vele! Ma, ahimé, ciò non fa di me una persona soddisfatta: adoro la solitudine ma non posso fare a meno di invidiare - e quindi odiare - chi invece desidera la compagnia.
Per questo motivo anche ieri "non mi ero mai sentito così solo", perché ieri ho assistito a una scena interessante e inquietante, almeno per me.
Mi sono trovato in compagnia di amici e uno di costoro, sano di mente ed estroverso a differenza di me, si è messo all'attacco di una sua amica con il palese intento di impressionarla con la propria simpatia. Tempo due ore e si stavano baciando appassionatamente davanti a me e agli altri.
Lì per lì ho semplicemente realizzato che la principale differenza tra me e lui non era, alla luce di quanto accaduto, l'estroversione o il grado di socializzazione... E' la motivazione invece. Se io fossi motivato imparerei a relazionarmi, mi farei assumere da qualcuno, studierei, insomma farei qualcosa che desidero fare. Invece non posso perché non desidero nulla abbastanza...
C'è chi vince, c'è chi perde e c'è chi è me: uno spettatore passivo dell'altrui e della propria vita.